La scienza moderna ci insegna che i metodi sperimentali, al loro estremo grado di perfezione, le fissano dei limiti. Ad esempio, un microscopio sufficientemente potente impiegherebbe una sorgente luminosa così forte che essa sposterebbe l’elettrone osservato, rendendo impossibile l’osservazione.
Noi non possiamo imparare che cosa c’è all’interno del nucleo bombardandolo, perché risulta mutato. Ma forse l’attrezzatura ignota dell’intelligenza umana permette la percezione diretta delle strutture ultime della materia e delle armonie dell’universo. Forse potremmo disporre di “microscopi psionici” con cui osservare che cosa c’è all’interno di un astro lontano o all’interno del nucleo atomico.
Forse nell’uomo c’è un punto da cui può essere percepita tutta la realtà. Quest’ipotesi sembra pazzesca. Auguste Comte dichiarava che non si sarebbe mai conosciuta la composizione chimica di una stella. L’anno seguente Bunsen inventava lo spettroscopio. Siamo forse alla vigilia della scoperta di un complesso di metodi che ci permetterebbero di sviluppare sistematicamente le nostre facoltà extrasensoriali, di utilizzare un potente macchinario nascosto nelle nostre profondità. È in questa prospettiva che Bergier e io abbiamo lavorato, sapendo col nostro maestro Chesterton che “l’imbroglione non è colui che si immerge nel mistero, ma colui che rifiuta di uscirne”.
 
- Louis Pauwels e Jacques Bergier “Il Mattino dei Maghi”.

 

Tutto quello che vogliamo dire oggi è che l’idea religiosa, per un momento cancellata, può rientrare nelle anime e nelle coscienze perché le attuali conclusioni della scienza le predispongono a riceverla. Fin da ora c’è già, se si può dire così, una religione del tutto pronta, e se essa non penetra affatto in questo momento nel profondo della società, se la borghesia è piattamente spiritualista o semplicisticamente positivista, se il proletariato è diviso tra la superstizione servile o un materialismo feroce, è perché l’attuale regime sociale è un regime di abbrutimento e di odio, cioè un regime irreligioso. Non è affatto perché si cura degli interessi materiali che la nostra società è irreligiosa, come dicono spesso i declamatori volgari e i moralisti privi di idee. Al contrario, c’è qualche cosa di religioso nella conquista della natura da parte dell’uomo, nell’appropriarsi delle forze dell’universo per i bisogni dell’umanità. No, ciò che è irreligioso è il fatto che l’uomo conquista la natura assoggettando gli uomini. Non è la preoccupazione del progresso materiale che storna l’uomo dai grandi pensieri e dalla meditazione delle cose divine, è l’esaurimento dovuto al lavoro inumano che non lascia, alla maggior parte degli uomini, la forza di pensare e neanche quella di sentire la vita, cioè Dio. È anche la sovreccitazione delle passioni cattive, la gelosia e l’orgoglio, che assorbono in lotte empie l’energia intima dei più valenti e dei più fortunati. Tra la provocazione della fame e la sovreccitazione dell’odio, l’umanità non può pensare l’infinito. L’umanità è come un grande albero tutto ronzante di mosche irritate sotto un cielo di tempesta, e in quel ronzio di odio, la voce profonda e divina dell’universo non è più intesa.
 
- Jaurès “Il Mattino dei Maghi”.

 

Qualsiasi via è solo una via, e non c’è nessun affronto, a se stessi o agli altri, nell’abbandonarla, se questo è ciò che il tuo cuore ti dice di fare… Esamina ogni via con accuratezza e ponderazione. Provala tutte le volte che lo ritieni necessario. Quindi poni a te stesso, e a te soltanto, una domanda… Questa via ha un cuore? Se lo ha, la via è buona. Se non lo ha, non serve a niente.
 
- Carlos Castaneda “The Teachings of Don Juan”.

 

Life’s a waiting game. When we gonna see that life is happening? And that every single body bleeding on its knees is an abomination, and every natural being is making communication, and we’re just sparks, tiny parts of a bigger constellation. We’re miniscule molecules that make up one body. You see the tragedy and pain of a person that you’ve never met is present in your nightmares, in your pull towards despair. And the sickness of the culture, and the sickness in our hearts is a sickness that’s inflicted by this distance that we share.
 
- Kae Tempest “Tunnel Vision”.